Il progetto Mirto dell’Isola di Dino, gestito da un associazione senza scopo di lucro ed una serie di trasformatori del frutto che da millenni nasce spontaneamente sull’isola di fronte la bella cittadina di Praia a Mare.
L’isola di Dino dunque, oltre alle sue bellezze di tipo naturalistico, ed i suoi splendidi fondali, arricchisce il suo valore con una produzione spontanea di Mirto che è stata stimata intorno alle due tonnellate di frutto.
L’Associazione “Il mirto dell’Isola Dino” punta alla promozione di questo frutto, noto sin dall’antichità, attraverso il lavoro partecipato dei trasformatori del prodotto, in primo luogo la Liquoreria presenta nella cittadina tirrenica.
Grazie all’accordo tra l’associazione e le Liquorerie Calabresi e di Praia a Mare, quest’anno si potrà apprezzare il liquore al mirto dell’Isola di Dino con tanto di etichetta e marchio registrato dall’associazione stessa, attraverso una campagna di promozione dedicata al comprensorio ed a un riconoscimento territoriale del prodotto attraverso l’IGP regionale.Ma il Liquore è soltanto il primo passo verso una serie di Trasformazioni locali del frutto, già è in procinto la realizzazione di cioccolato ripieno di Mirto, la pasticceria dedicata al Mirto, ed una serie di Cocktail e long drink a base di Liquore al Mirto.
Senza tralasciare una serie di piatti che vengono realizzati sfruttando i profumi delle bacche e degli arbusti della pianta, da considerare che nella tradizione calabrese la preparazione del famoso spiedino di fichi secchi infornati si realizza con l’arbusto del mirto che insaporisce e profuma.
Dunque un panorama vasto da scoprire con un progetto a medio termine da parte dell’Associazione “Il Mirto dell’Isola Dino” che comprende ancora lo sfruttamento della bacca nella produzione di marmellate e confetture, oltre allo studio di medicine officinali e terapie omeopatiche a base di mirto.
Ma quali sono le peculiarità di questo frutto e soprattutto perchè il frutto che nasce sull’isola è diverso da quello che nasce spontaneamente sulla costa.
Innanzitutto il Myrtus communis dell’isola ha la stessa base genetica di quello della costa ma sono le peculiarità del terreno e della assoluta mancanza di influenza di traffico e movimenti antropici che permette alla bacca isolana una migliore resa dal punto di vista della raccolta ed una particolare grandezza e rotondità della bacca. Gli stessi produttori del Liquore hanno ammesso un colore a prodotto finito più intenso con un aumento in positivo del gusto man mano che il prodotto finito allunga la sua stagionatura.
La bacca inoltre non è stata raccolta con metodi intensivi ma con una estenuante raccolta a mano bacca per bacca, che permette un assoluto rispetto della pianta ed un sicuro rinnovo del frutto nell’anno successivo.
La raccolta del frutto avverrà in porzioni isolane gia delimitate in quattro settori, e la raccolta avverrà in un settore per anno solare tra il mese di novembre e quello di febbraio, in modo che la raccolta permetta per un triennio al settore sfruttato di ripristinare le sue capacità produttive.
L’abbinamento isola di Dino mirto ha una caratteristica storica, infatti il nome “Dino” dato all’isola sin dall’antichità e una variazione data dal tempio di “Aedine” dedicato alla dea Venere che si presuppone si trovasse sulla sommità dell’isola, e guarda caso fin dall'antichità il mirto, per la sua indubbia bellezza, è stato consacrato alle divinità dell'amore e dedicato a Venere.
Molto probabilmente gli antichi greci vedendo l’isola ricolma di questo frutto hanno deciso di dedicare il nome stesso dell’isola alla dea che ne rappresenta la bellezza ed il profumo.
Linda Bosone
Presidente Ass. “Il mirto dell’isola di Dino”
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