Diamante (Cs) è il vero Diamante di maggiore ridondanza mediatica e, soprattutto, turistica della Calabria nell’intera costa tirrenica di Cosenza, città che si pone al primo posto in una ipotetica scala di comodità sensoriali. Principessa nella profusione di bellezze naturistiche intrecciate a boccioli culturali, si adagia su una tela pregevole sulla quale ciascun abitante minia gli antichi tratti della vita. Nessun visitatore può rimanerne distaccato, giacché troppi impulsi emozionali si addensano all’intersecare l’indirizzo della località nominata. Sembianze di un racconto leggendario si sagomano nel suo mare, fuori dal comune. Abitazioni pittoresche fuoriuscite direttamente da un regista arrivato, piroettano allegramente. Figure artistiche affollano assiduamente lo sguardo dell’astante, coinvolgendolo in un balletto teatrale, pur essendo l’avvistatore interamente nudo d’arte.
Non è una semplice città. Possiede qualcosa di unico, di irriproducibile in qualsiasi altra parte del pianeta. La sua storia, finemente avvitata ad un pluralismo etnico; la sua collocazione, esotica e climaticamente premiata; l’orografia, protettiva e da sfondo filmico; i contorni cesellati di uliveti, di colline verdi, di floridi agrumi, satira, musica, canti fluviali, di leggende marinare, nonché di molto altro ancora, ne fanno di Diamante un evento da acquolina in bocca.
Da tempo indecifrato è conosciuta la peregrinazione teorica o empirica di ogni scrittore, dei vari praticanti l’intelletto nelle sue forme più accese, degli esteti variegati, come pure delle genti affaticate nella ricerca di quel filone esortativo di sensibilità tibetana e non solo. Diamante è uno di quei mirabili ed ambiti posti. Coniata da opere di Principi, di famiglie nobili, da incursioni di ogni natura, da un racconto che dura da oltre cinquecento anni, la località di Diamante ne esce come una gemma limata da mani piene di buon fare.
Il suo nome non è un caso.